Addio mia regina
Nel rigido inverno del 1810, in una Vienna spettrale, assediata dalle truppe dell'esercito napoleonico, un'anziana signora francese si trova a rievocare, a distanza di vent'anni, l'angosciosa atmosfera degli ultimi tre giorni trascorsi a Versailles, i tre giorni che hanno preceduto la conquista della Bastiglia. Per undici anni, Agathe-Sidonie Laborde ha vissuto alla corte di Luigi XVI in qualità di lettrice della regina; grazie, infatti, a una devozione incondizionata nei confronti della sovrana e a una voce cristallina, priva di inflessioni, Mademoiselle Laborde ha avuto accesso all'alcova di Maria Antonietta e alla sfera più intima della sua vita. E da questa posizione privilegiata che la fedele lettrice diviene testimone, nel luglio del 1789, della fine improvvisa dell'Ancien Regime e dello sgretolamento di un intero mondo. La vita di corte, segnata dal lusso e dalla raffinatezza, dai rituali sacri e immutabili, e dall'illusione dell'eternità, viene dapprima turbata dalle notizie inquietanti che giungono da Parigi, poi travolta dall'incedere violento e incomprensibile, agli occhi dei funzionari di palazzo, della Rivoluzione. Nel precipitare degli avvenimenti, Mademoiselle Laborde si trova a vagare, smarrita, per i corridoi della reggia, domandandosi quale destino attenda la sua adorata sovrana, ormai abbandonata dagli amici più cari, dai cortigiani e dai domestici. E nelle concitate ore prima della resa, Maria Antonietta la convocherà, ancora una volta, per affidarle un ultimo, estremo incarico. La precisione storiografica, la prosa ricercata e l'abilità nel delineare il ritratto dell'ultima regina di Francia, una delle figure più ambigue e complesse della storia europea, fanno di questo romanzo un'opera appassionante e ambiziosa, capace di rendere l'agonia di una società moribonda e insieme la tensione di un pugno di giorni che deviarono per sempre il corso della storia.
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