Semiti e antisemiti. Le origini dell'odio arabo per gli ebrei
Benché il termine 'antisemitismo' sia stato coniato per la prima volta nel 1879 da un giornalista viennese, il particolare odio nei confronti degli ebrei ha attraversato, in forme più o meno violente, l'intera storia del Cristianesimo, raggiungendo la sua manifestazione più estrema con il genocidio nazista. E chi aveva previsto che gli orrori dell'Olocausto lo avrebbero estirpato una volta per tutte ha dovuto ben presto ricredersi. Se infatti tale odio è diventato, all'interno della Cristianità, un fenomeno circoscritto e controllato, esso si è massicciamente diffuso nell'Islam, che per secoli ne era rimasto immune. Alimentati dal conflitto arabo-israeliano, i temi classici dell'antisemitismo europeo- i "Protocolli degli anziani di Sion", le false citazioni del Talmud, i sacrifici rituali, l'odio verso l'umanità, le teorie massoniche e quelle sui complotti - sono stati rivestiti di una matrice islamica, attraverso una rilettura del Corano volta a giustificare e a fomentare il disprezzo verso gli ebrei. In questo autorevole studio, Bernard Lewis fornisce una lucida analisi dell'antisemitismo dalle origini fino alla sua ultima manifestazione: la volontà di distruggere lo Stato di Israele per sostituirlo con uno Stato arabo-palestinese, obiettivo apertamente dichiarato dalle organizzazioni palestinesi e dai governi arabi che le spalleggiano. Negli ultimi quindici anni sono emersi segnali di miglioramento, non ultimo l'apertura al dialogo di uomini di Stato, militari e intellettuali arabi con i loro interlocutori israeliani. Tuttavia, il sangue sparso giorno dopo giorno da entrambe le parti dimostra che un'eventuale soluzione del conflitto negoziata fra gli Stati non avrà effetto finché non cambieranno l'atteggiamento e i sentimenti diffusi tra i popoli. Si tratta di un cammino lungo e difficile, il cui traguardo non potrà che identificarsi con il reciproco riconoscimento del diritto di esistere, condizione irrinunciabile sulla strada della pace.
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