Nel paese delle ceneri

La sera della vigilia di Natale un uomo, condannato da un male incurabile, confessa un delitto, commesso trent'anni prima. A raccogliere la sua rivelazione è un avvocato, il quale viene così a scoprire che la morte del proprio nipote, da tutti creduta il risultato di un'imprevedibile fatalità, era invece parte di un piano architettato con diabolica precisione. L'uomo di legge, da anni perseguitato dall'immagine del nipote che gli chiede vendetta, decide dunque di ritornare sul luogo del delitto, nel paese d'origine da tempo abbandonato. E' un viaggio compiuto nello spazio e soprattutto nella memoria, in cui si muovono una folla di personaggi, bottegai, suore, politicanti, disperatamente segnati dalla grettezza e dalla follia. Nella narrazione che si apre e si chiude con un assassinio, alle note del racconto giallo e giudiziario, in cui il rappresentante della giustizia si fa strumento di vendetta, si intrecciano i toni di una riflessione percorsa dai motivi della nostalgia, della solitudine della morte, della crisi di una religione che ha perduto ogni significato, del conflitto tra la decenza e l'indecenza. Permunian in questo romanzo, a lungo elaborato sotto lo sguardo di lettori attenti come Quinzio e Maria Corti, prende le mosse dal realismo della confessione dell'assassino, attraversa il grottesco e la satira nella rappresentazione del mondo meschino e volgare della politica e della Chiesa, per approdare al surreale di uno sguardo spietato e insieme visionario, quello che l'io narrante rivolge con dolore a se stesso e a una realtà in cui la farsa si trasforma in tragedia. (Anna Longoni)