Verdun

Verdun

Il 21 febbraio 1916, durante la Prima guerra mondiale, i tedeschi scatenarono la loro offensiva attaccando Verdun, baluardo della difesa francese. Fu uno scontro sanguinoso ed estenuante che si concluse nel dicembre 1916 senza vincitori nè vinti, con un bilancio di 300.000 morti e 400.000 tra feriti e dispersi. Secondo il poeta Paul Valèry la battaglia di Verdun fu "una guerra dentro la Grande Guerra". E come per ogni guerra, anche in questo caso è lecito parlare di "due Verdun" combattute su due campi: quello pubblico e quello privato. Per l'intera storia nazionale francese Verdun fu un punto cruciale di quel senso di 'revanche' generato dalla sconfitta del 1870 contro i prussiani, simbolo dell'ostilità fra i popoli delle due sponde del Reno, ed embrione del futuro, dato che alla battaglia parteciparono sia Pètain sia De Gaulle, gli uomini che - su opposti fronti - avrebbero guidato la Francia nella Seconda Guerra Mondiale. Per i militari impegnati nelle prime linee fu un'esperienza di terrore e disperazione. Le loro memorie, vive di immagini religiose, superstizioni, bestemmie, cinismo, dolore, testimoniano che la strada per Verdun non fu altro se non un microcosmo della Grande Guerra e, ancor più della gloria e dell'onore. Nel ricostruire in un modo appassionante le fasi della battaglia, il rovinoso incontro tra le strategie ottocentesche dei generali e gli effetti devastanti della nuova tecnologia bellica, Ian Ousby, illumina anche la mentalità e gli stati d'animo degli uomini che vi parteciparono: "Le colline di Verdun furono per loro un moderno Calvario, mentre le loro sofferenze, e quelle di chi gli stava intorno, furono una sorta di crocefissione".
Momentaneamente non ordinabile

Dettagli Libro

Libri che ti potrebbero interessare