La mummia di Mazzini. La mummia della Repubblica. Storia di Mazzini imbalsamato (1872-1946)
Quando morì a Pisa, il 10 marzo 1872, Giuseppe Mazzini era considerato un pericoloso sovversivo dai Savoia trionfanti. Agli occhi dei suoi discepoli, invece, l'apostolo della repubblica appariva un modello da proporre alle generazioni future. Per questo i mazziniani decisero di imbalsamare il corpo del profeta e di esibirlo come un monumento. Da qui prende le mosse il racconto di Sergio Luzzatto, una brillante incursione nell'Italia minoritaria e anticonfromista di fine Ottocento. Repubblicana, massonica, laica, positivista, quest'Italia è percorsa da fautori della cremazione, da costruttori di mausolei, da imbalsamatori come Paolo Gorini, lo scienziato di Lodi che si cimentò nell'impresa di 'pietrificare' Mazzini e che teneva nel soprabito, a riprova delle sue capacità, un roseo piedino di bimbo divenuto duro come il marmo. Nei suoi risvolti più bizzarri o picareschi, la storia di Mazzini imbalsamato sembra appartenere a un passato remoto, lontanissimo dal nostro presente. Ma a guardar meglio, questa vicenda solleva interrogativi di bruciante attualità. Le democrazie hanno bisogno di cadaveri fondatori? Il laicismo può fare a meno di santi? Il vero tema del saggio di Luzzatto è l'identità dell'Itala repubblicana, un'identità confusa e precaria che cominciò a decomporsi insieme alla mummia del suo profeta, e che ancora oggi si trova al centro di dispute storiografiche e politiche.
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