L'isola delle mappe perdute
Il viaggio di Miles Harvey prende avvio dalla storia di Gilbert Bland, il ladro di mappe più famoso d'America, una sorta di Arsenio Lupin della cartografia. Affascinato dall'ambiguità del personaggio, dalle sue mille identità e dalla natura della sua divorante passione, l'autore si mette sulle sue tracce ed entra nel mondo del collezionismo cartografico. La sua ricerca lo conduce da austeri studiosi e scaltri mercanti e, a poco a poco, gli trasmette la malattia delle carte geografiche. Harvey, sfogliando le pagine dei grandi atlanti, ritorna all'epoca d'oro delle esplorazioni e ai suoi protagonisti: navigatori, avventurieri, impostori e filibustieri. Intorno alle antiche mappe, frutto del magico incontro tra tecnica e arte, la vicende del camaleontico ladro che per anni ha saccheggiato le più importanti biblioteche americane e canadesi si mescolano a quelle di artisti, scienziati, esploratori e collezionisti, dal Mercatore della metà del '500 al magnate Graham Arader dei giorni nostri, dai viaggi reali di sir John Mandeville. Storie e destini che si rincorrono nel tracciare una rotta e determinare una posizione: l'isola delle mappe perdute - la montagna di carte preziose accatastate sulla scrivania di un agente dell'FBI - è anche il simbolo di quel desiderio di avventura, quella voglia di orizzonti inesplorati che tutti noi abbiamo. O dovremmo avere.
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