I cimenti dell'agnello. Novelliere gaìnico
Un'impressione che il tempo dovrà confermare è di essere di fronte, con "I cimenti dell'agnello", a uno dei fatti linguistici più rilevanti degli ultimi decenni. Per l'autore la lingua sarda non è stata semplicemente un'esperienza d'identità, un modo di verificare nella parola la vita biologica, ma il trampolino di lancio per l'avventura infinita. Gavino, che è sempre protagonista, persona e maschera di sè stesso, sia quando inventi una mitologia fatta di giochi d'acqua, sia quando dia fiato ai sui dissensi accademici, si trsforma in un astrale arlecchino, in un Ruzante grandiosamewnte epico, in un Cavalier Marino tutto musica. A quelle temperature si brucia la tradizione di 'oralità' che è uno dei punti fissi della sua poetica, oppure cresce la selva mitologica della 'sinfonia drammatica' "Zanne di terra", di una intensità simbolica oggi senza riscontro.
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