In India

All'età di trentasei anni, William Dalrymple è ormai considerato il più grande esponente della gloriosa letteratura di viaggio inglese: i lettori di tutto il mondo hanno imparato ad amare l'impasto inimitabile di passione erudita, umorismo, gusto per il racconto e puro coraggio fisico che sono gli ingedienti dei suoi libri. Fra i molti poli del suo mondo c'è l'India, di cui Dalrymple ha fatto una vera seconda patria, vivendo per sei anni a Delhi e per quattro viaggiando attraverso l'intero subcontinente: dalle fortezze dei signori della droga presso la frontiera nordoccidentale alle giungle delle Tigri Tamil, dagli esclusivi cocktail party di Bombay al tempio nel Kerala della dea Para Sakti, "colei che siede sul trono di cinque cadaveri", meglio nota come Kali. Secondo una antichissima l'India vive in questi anni proprio nell'Era di Kali: un periodo di violenza e disordine che si concluderà con una distruzione 'nel fuoco di mille soli'. Viaggiando nel Nord, Dalrymple ha trovato molte conferme a questo timore: la violenza tra le caste e soprattutto quella religiosa tra indù e musulmani cresce in tutto il paese, e il sogno di pacifica convivenza nutrito da Gandhi e Nerhu sembra lontano e irrealizzabile. ma c'è anche un'altra India, visibile soprattutto in città come Bombay e in regioni come quelle del Sud e dell'Ovest: un paese dove lo sviluppo dell'alta tecnologia e un'industriosità incessante stanno producendo ricchezza, benessere e non poche tensioni tra il vecchio e il nuovo ordine. Dalrymple non insegue una sua idea di India. Racconta con partecipazione la sopravvivenza di riti antichissimi e inquietanti: il sacrificio della sposa sulla pira funeraria del marito che ancora persiste in alcune parti del paese; gli strani culti fioriti intorno alla tomba del pirata Olivier Levasseur detto la Poiana sull'isola della Réunion.