Quando leggere è un piacere. Passione e sentimento amoroso nei grandi libri
Come è possibile accompagnare il lettore all'interno di intrecci e stili d'autori diversi, introducendolo direttamente nel cuore dell'opera? Solo a patto che chi scrive comunichi lo stesso piacere avvertito al momento della lettura. Una complicità che presuppone una simpatia con i testi affrontati grazie alla quale l'autore riesce a raccontarli come da dietro le quinte, con sapiente gusto mimetico, evitando ogni possibile slittamento sul piano del giudizio e regalandoci il senso del proprio autentico slancio verso l'opera. Una lettura attenta, quella di Montefoschi, tutta interna al testo, che sceglie di non servirsi di alcun filtro critico dichiarato. Una cultura, la sua, che circola liberamente, come senza peso, nel racconto di storie altrui, e fa sì che il piacere del testo divenga pretesto per un incontro quasi conviviale con i lettori. Opere di letteratura cristiana antica, cosmogonie pagane, la "Teogonia" di Esiodo e l'"Iliade", moltiplicano il proprio spessore narrativo in un gioco di specchi con miti e racconti ebraici. Classici di James, Dickens, Flaubert, Gogol', Musil, Nabokov, della Woolf, Austen e di Emily Bronte, resi in tutta la loro inquieta bellezza, appaiono testimonianze vive di un discorso sul moderno e sulle infinite possibilità del narrare. Mentre gli autori italiani, tutti contemporanei e attentamente scelti, divengono, nell'affabulazione dell'autore, paessaggi familiari in cui ritrovare frammenti del proprio discorso poetico sul presente.
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