I fatti della fera
Vede adesso la luce la prima redazione del romanzo di D'Arrigo, quei "Fatti della fera", di cui Vittorini e Calvino vollero anticipare un centinaio di pagine nel terzo numero di "Menabò" già nel 1960, a riaprire un caso che pose l'Autore e la sua opera al centro di uno dei dibattiti culturali più accesi e affascinanti del secondo dopoguerra. A venticinque anni di distanza dalla pubblicazione dell'"Horcynus", ecco affacciarsi questo Ur-testo che nella sua non compiutezza, nella sua ruvida scontrosità, nella sua epica embrionalità, nel brusco procedere delle vicende, acquista statura sostanza e statuto di grande libro, di capolavoro insomma, quello con cui lettori e critici avranno desiderio e curiosità di confrontarsi. Ma soprattutto un libro appassionante che ci può accompagnare attraverso le sue pagine nell'avventura tutta moderna di uno scrittore che volle affidare a una sola opera la rappresentazione di un destino nel suo compiersi. La questione D'Arrigo è riaperta.
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