Fuochi fiammanti a un'hora di notte

La Piccola Isola oggi non accende più, come un tempo, "fuochi fiammanti" per trasmettere i suoi segnali di allarme. Significa che non ha più messaggi per noi? Che non ha più nulla da dirci? Le cose non sembrano stare così. Ma esiste veramente la Piccola Isola? Certo che esiste, assicura Martino, il protagonista, che un giorno vi approda alla ricerca della madre scomparsa. Dell'isola a Martino interessa tutto, dalle persone che la abitano ai materiali pietrosi e lavici di cui è fatta, scheggia di universo dove sopravvive tutto il passato del mondo.Alla ricerca-indagine da libro giallo si sovrappone un viaggio alle radici della storia della nostra civiltà. Basta evocare qualche nome dei tanti personaggi - Cilla-Bellezza, Arcangelo Pantaluccio, Costa-Zahami, Albarossa - per comprendere l'atmosfera insieme mitica e fiabesca del romanzo.Una ricerca che sa di ossessione, tra ingannevoli indizi e poco probabili testimonianze. Ma difficoltà e delusione non fermano Martino, che continua a investigare, a scavare, attratto anche dalla misteriosa bellezza del luogo. Senza che lui se ne accorga, la madre scomparsa finisce così con l'identificarsi ai suoi occhi con la Piccola Isola che scompare a sua volta, senza più memoria di sé e della propria storia, in un gioco di dissolvenze incrociate.Isola immaginaria e al tempo stesso luogo realissimo, scoglio terribile e fascinoso di un piccolo arcipelago, le cui voci e silenzi ci vengono restituiti grazie al sapiente uso di una lingua fluida e corposa. Isola, dunque quale mobile orizzonte di un felice affresco narrativo: di un vero romanzo, ricco di personaggi, colori e umori mediterranei, come raramente accade di leggere.