America precolombiana. Le Ande. Dalla preistoria agli incas
L'arte delle Ande, una e molteplice. Di una straordinaria ricchezza, di un'infinita varietà e tuttavia riflesso di un'unità fondamentale. Come non restare stupiti nel rintracciare, da un capo all'altro di un immenso territorio, multiforme e multicolore, dove si ritrovano tutti i possibili tipi di paesaggio, gli stessi temi e i medesimi simboli sottesi da concetti analoghi? Le zanne di un felino, il corpo sinuoso di un serpente, una testa umana brandita quale trofeo costituiscono altrettanti segni di riconoscimento che si ritrovano dal nord della Colombia alle lontane valli del nord- ovest argentino o ai torridi deserti del nord cileno. Questa unità essenziale si esprime anche in un altro modo. Chi tenta di abbracciare con un solo sguardo la successione storica delle innumerevoli civiltà andine percepisce una sorta di oscillazione, come un'ampia pulsazione che ne scandisce la maturazione, l'apogeo e il declino. A fasi caratterizzate da un'esplosione culturale, allo sbocciare di molteplici centri regionali dove si esaltano i particolarismo locali, succedono degli 'orizzonti', momenti di integrazione della società e di uniformazione delle arti di cui l'impero degli Incas rappresenterà la più perfetta ma anche ultima espressione. All'universalità dei simboli, a questo respiro dal ritmo quasi uguale, come non opporre la diversità delle espressioni, il rigoglio delle immagini e delle forme che, secolo dopo secolo durante più di quattro millenni, si manifesteranno in centinaia di stili e di fasi? Le tecniche e i procedimenti sono pure gli stessi, e tuttavia ogni società, in ogni momento, segnerà con un'impronta personale il proprio universo estetico. Nasceranno così le "opere d'arte", al confluire delle esigenze politiche, economiche e religiose. Somma di tutte le risposte e, al tempo stesso, creazioni uniche. Come un atto poetico. Questo slancio straordinario è interrotto in maniera brutale, nel XVI secolo, dalla "Conquista".
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