Delle parole io so la forza
Tra le molte voci che la cultura russa ha donato al mondo, quella di Vladimir Majakovskij ha un’intensità bruciante ed estrema, come una cometa: grandi speranze politiche e drammatiche delusioni, sentimenti travolgenti che portano gioia e poi precipitano in frustrazione, amori negati ma sublimati nell’invenzione poetica. Fondatore del futurismo russo e poeta per eccellenza della Rivoluzione d’ottobre, visse una vita breve, irrequieta e piena di contrasti, fino all’estremo gesto del suicidio. Tra liriche d’amore e inni alla rivoluzione, Majakovskij porta all’interno dell’arte della parola la carica dirompente di una visione nuova o rinnovata della realtà, dei sentimenti, dell’idea stessa di poesia e di scrittura. E lo fa con un verso che rinuncia al metro e si affida al solo martellare degli accenti, con immagini scandite per flash e l’uso di un tempo sempre presente, per restituire così la lingua alla massa dei parlanti, all’uomo comune, il protagonista dell’epoca moderna.
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