Sto ancora aspettando che qualcuno mi chieda scusa
Anna ha sempre voluto credere nella parità: quella vera, che non si ferma all’apparenza, e che mette uomini e donne davvero sullo stesso piano. Eppure, come tante ragazze, si è trovata spesso a fare il possibile per essere vista, per sentirsi preziosa. Davanti agli sguardi, alle parole e alle mani degli uomini, ha ceduto spazio, voce, parti di sé. Fino a sentirsi svanire, come quella volta sul palco, lei che sognava di fare l’attrice e non riusciva a muoversi, bloccata tra la voglia di mostrarsi e la paura di farlo per davvero. Oggi, quando con i suoi studenti riflette sull’eredità del movimento #MeToo, si confronta con le sue stesse esperienze, ripensando a tutte le volte in cui ha detto “sì” senza esserne davvero sicura. Cosa si cela dietro il consenso? Quando un “sì” nasconde esitazioni? Chi è il carnefice di Anna? E se fosse lei stessa?
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