Territorio comanche
Arturo Pérez-Reverte è stato per vent’anni reporter di guerra. Dall’Africa al Medio Oriente, dall’America Latina ai Balcani, ha attraversato fronti in fiamme e vissuto nel "territorio comanche", quel limbo di pericolo in cui chi documenta il conflitto diventa a sua volta un bersaglio. Il punto di svolta arriva nei Balcani degli anni ’90, quando si trova di fronte a una guerra che segna il limite estremo della sua professione. È allora che sceglie di dire addio al mestiere di inviato. In questo libro lo racconta attraverso il suo alter ego, il giornalista spagnolo Barles, impegnato con l’operatore Marquez a catturare le immagini decisive del ponte di Bijelo Polje, che di lì a poco sarebbe potuto crollare sotto l’offensiva musulmana contro le linee croate. Arturo Pérez-Reverte descrive la guerra con crudo realismo, restituendo al lettore non solo la violenza del conflitto, ma anche l’umanità di chi lo attraversa: l’attesa, la tensione, la ricerca dell’istante esatto in cui tutto esplode.
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