I figli dei nemici. Eglantyne Jebb. Storia della rivoluzionaria che fondò Save the Children
Nel 1919 in Europa si muore di fame. La guerra è finita, ma il blocco navale imposto dalle nazioni vincitrici prosegue. Solo in Germania si contano settecentomila morti per denutrizione, e i bambini sono i più colpiti. “Non posso avere nemici che abbiano meno di sette anni” dichiara George Bernard Shaw quando quello stesso anno aderisce al Fight the Famine Council, il comitato inglese che nasce per aiutare i Paesi sconfitti. L’anima del comitato è Eglantyne Jebb, una giovane insegnante dalla voce delicata che parla senza clamore riuscendo a farsi ascoltare da tutti, e che non sa dire altro che la verità. Di lì a poco, tra le polemiche, fonderà Save the Children. Gli inglesi non hanno nessuna voglia di preoccuparsi dei “figli dei nemici”, mentre duecentomila vedove stanno piangendo i loro morti in guerra. Eglantyne però è una combattente straordinaria e raggiunge dei risultati che ancora oggi appaiono impensabili. “Le donne sono in grado di cambiare l’intero corso della storia del mondo” ha scritto Eglantyne. E lei ci è riuscita davvero. In una ricostruzione che si avvale di lettere, diari e documenti inediti, Raffaela Milano attraversa i primi decenni del Novecento per restituirci la vita di una donna rivoluzionaria che ha sfidato il suo tempo in nome di un unico principio – “Salvarne il più possibile” – e che nel 1924 getterà le basi della Dichiarazione dei diritti del fanciullo. Un racconto ricco di riflessione sul passato, ma anche di richiami ai problemi e alle emergenze dell’attualità.
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