Un uccellino mi ha detto
Florrie Butterfield ha avuto una vita piena, ricca di avventure e viaggi in paesi esotici, di grandi affetti, amicizie, passioni. Adesso che a ottantasette anni si è stabilita a Babbington Hall, una tranquilla casa di riposo nell’Oxfordshire, è convinta che il futuro non le riserverà più colpi di scena. Confinata su una sedia a rotelle dopo uno stupido incidente domestico, non può tuttavia rinunciare all’antica curiosità, che ora fa di lei un’osservatrice attenta dell’angolino di campagna inglese che la circonda. Quando la sera del solstizio d’estate la direttrice della casa di riposo precipita dalla finestra del suo alloggio, l’evento viene archiviato come il gesto disperato di una donna triste e sola, dall’esistenza irrimediabilmente scialba. Ma Florrie è di un altro avviso, e un rovello comincia ad assillarla. Spalleggiata da un ex professore di latino con un debole per le bretelle sgargianti, cercherà di fare luce sull’accaduto, spingendo la sua sedia a rotelle lungo i giardini rigogliosi e i corridoi scricchiolanti di Babbington, spillando confidenze a tutta una serie di personaggi indimenticabili nella loro incontrastata fragilità: le cosiddette sorelle Ellwood, irrefrenabili impiccione, la snobissima Marcella Mistry, e un ex buttafuori convertito alla Chiesa, ora ribattezzato reverendo Joe. Florrie non chiede di meglio: potersi mettere in gioco, ancora una volta, e lanciarsi con rinnovata gioia in un’avventura capace di risvegliare ricordi, sentimenti, e il brivido inebriante di un sogno tutto da vivere.