La signora Mohr scompare
Cracovia, nel 1893, non offre granché se sei una donna che non si accontenta dei ruoli assegnati dai tempi correnti. E a Zofia, trentotto anni, moglie avveduta di un professore universitario, gran consumatrice di specchi nelle migliori boutique e dispensatrice di convenevoli sulla via per il mercato, la sola veste di perfetta padrona di casa comincia a stare stretta. È così che si mette in testa di primeggiare nella raccolta fondi dell’imminente lotteria di beneficenza, la cui riuscita necessita del patrocinio delle ricche residenti di Casa Helcel, luogo di riposo gestito dalle suore. All’istituto, però, viene accolta da un notevole trambusto: la signora Mohr, vedova di un giudice, è scomparsa. Capita, le spiegano, di perdere momentaneamente qualche pensionante disorientato; ma quando la signora ricompare sotto forma di cadavere, e sebbene il decesso sia attribuito a cause naturali, Zofia, divoratrice di polizieschi e instancabile sognatrice in cerca di avventure, sospetta che sia accaduto dell’altro. Comincia allora a investigare in gran segreto – le donne non sono adatte a certe cose – insieme alla fedele domestica e a una suora riluttante. Ha innegabili doti di convincimento, e in quell’eclettica città cosmopolita saprà farsi strada con acume; distillando, dalle parole mormorate a fior di labbra, un’inattesa miscela di intrighi, segreti, feroci gelosie.