Brutta. Storia di un corpo come tanti
"Brutta non vuole parlare di body positivity. Semmai, volevo riconoscere e dare legittimità alla body negativity, quel momento in cui non sei Belen, e tantomeno Cate Blanchett, ma questo non ti impedisce di uscire, vivere, viaggiare, mangiare, amare". Perché mai va bene che un uomo sia calvo, occhi a palla, abbia un naso importante, mentre alle donne è richiesto di rispettare precisi canoni estetici? Ogni donna cresce e vive tentando di non essere classificata come "brutta", e Giulia Blasi, con questo libro, ha provato a indagare il perché di questo meccanismo. Raccontando la storia del proprio corpo mostra quella che è la storia del corpo di ogni donna: dall'infanzia all'invecchiamento, un corpo che cambia, che acquisisce consapevolezza dello spazio che può occupare nel mondo e dell'attenzione che gli viene riservata in ragione di come viene etichettato. Una raccolta di saggi brevi, monologhi lucidi e affilati, a metà tra ferocia e risata, in cui Blasi prova a cambiare prospettiva alla domanda iniziale e con una diversa consapevolezza proseguire su quella stessa logica chiedendosi: chi dice quindi che, per occupare uno spazio pubblico, per vivere in società, si debba per forza essere belle? Con una nuova postfazione dell'autrice.