La libertà. L'utilitarismo. L'asservimento delle donne
La teoria utilitaristica di John Stuart Mill - filosofo ed economista inglese impegnato in una continua lotta in difesa dei diritti civili - ha suscitato, negli ultimi decenni, un rinnovato interesse, sia nei dibattiti sulle questioni morali come in quelli sulle tematiche sociali. In seguito a questa riscoperta, si propongono qui tre scritti etici del pensatore inglese: "La libertà" (1854), "L'utilitarismo" (1861) e "L'asservimento delle donne" (1869).Muovendosi sulla scia di Bentham e rivedendone il pensiero, Mill pone al centro delle sue riflessioni il tema della felicità generale, che egli ritiene realizzabile solo nel pieno rispetto dell'autonomia individuale, elaborando così una concezione che intreccia strettamente utilitarismo e liberalismo. Nel saggio "La libertà", infatti, si sostiene che la difesa dei diritti dei singoli cittadini è pienamente conciliabile con il bene e la felicità comuni. Una felicità depurata dei piaceri più bassi ed elementari si presenta, nello scritto "L'utilitarismo", come l'unico valore etico accettabile, e la sola condotta moralmente valida è quella che tende al suo incremento.Lungi dall'essere solo un teorico, Mill mette in pratica i suoi principi nel testo "L'asservimento delle donne", dove, oltre a condurre una strenua battaglia per la concessione del diritto di voto alle donne e per l'annullamento di ogni forma di discriminazione tra i sessi, indica anche la necessità di rivedere le relazioni personali e affettive all'interno della famiglia: idee che hanno tuttora una notevole incidenza sul femminismo.