Donna di Samo. Testo greco a fronte (La)
Menandro, lo scrittore che gli antichi consideravano secondo solo ad Omero, l'autore più rappresentativo della Commedia Nuova, costituisce un 'giallo' per l'alterna fortuna dei suoi scritti nel corso dei secoli. Com'è possibile che l'autore greco più letto dei suoi tempi sia completamente scomparso già nella cultura bizantina? Un caso, o una calcolata strategia (spiegabile forse con la forza eversiva del suo realismo, della sua denuncia pungente di vizi e vanità umane)? Di fatto, fino alla metà del XIX secolo la nostra conoscenza si limitava a molti frammenti più o meno brevi e alle rielaborazioni di Plauto e di Terenzio. Solo negli ultimi centocinquant'anni alcune commedie sono riemerse fortunosamente dall'oblio, non in forma completa, ma sufficiente a fornire un'immagine autentica e diretta della straordinaria capacità poetica del loro autore.Leggere la "Donna di Samo", per esempio, era ancora impossibile fino a trent'anni fa. Solo adesso, grazie ai settecento versi ritrovati, è possibile intravedere l'articolato sviluppo e gli intrecci narrativi della vicenda: la donna di Samo del titolo è Criside, già etera e quindi compagna di un signore benestante. Attorno alla sua figura ruotano le vicende di due famiglie, in un intreccio di amori, equivoci ed inganni che si scioglie nell'immancabile lieto fine. Dei vari personaggi Menandro tratteggia tensioni, fragilità, astuzie, in un quadro in cui appare riflessa la nuova società ateniese come si veniva assestando sul finire del IV secolo a.C. Edizione con testo a fronte.
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