Cantico spirituale

Cantico spirituale

Giovanni della Croce, padre dei Carmelitani scalzi e consigliere di Santa Teresa d'Avila, è autore di uno dei testi poetici più celebri della letteratura spagnola, le "Canzoni tra l'anima e lo sposo". Composte negli anni Ottanta del Cinquecento, queste liriche, che l'autore proponeva ai confratelli come spunto di meditazione, diedero ben presto origine a chiose orali che, via via, si ampliarono fino a trasformarsi in un commento organico e completo in prosa che si affianca come complemento inscindibile al testo poetico. La poesia è, come chiarisce l'autore stesso, nata dall'amore e composta in uno spirito d'amore, secondo il grande modello biblico del "Cantico dei cantici". Organizzato sul tema del viaggio, il libro di Giovanni della Croce racconta, con parole di accensione amorosa, il processo di ricongiungimento tra due poli inizialmente scissi, l'anima e lo sposo. E questo carattere narrativo è evidenziato nel commento, che insiste sulle forme drammatiche, sullo schema progressivo dell'itinerario mistico, pur senza trascurare la densità metaforica specifica della poesia. La prosa intrattiene infatti con la lirica un rapporto strettissimo. Movimentata da continue intrusioni di linguaggio poetico, la scrittura del "Commento" alterna il discorso teologico, con latinismi e tecnicismi, a un registro di immediatezza sensibile quasi colloquiale. E' una prosa raffinata e aggrovigliata, densa e ricchissima, che oppone al silenzio o alla balbuzie di fronte all'ineffabile un linguaggio coerente e suggestivo, alternativo e insieme complementare rispetto alle parole, infuocate e dolcissime, della poesia.
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