Vita di Esopo
"Esopo, il grande benefattore dell'umanità, il favolista, fu schiavo per condizione ma per nascita frigio di Amorio: repellente alla vista, schifoso, pancione, con la testa sporgente, camuso, gibboso, olivastro, bassotto, con i piedi piatti, corto di braccia, storto...", ed è solo l'inizio del ritratto dell'eroe da giovane! Sembra che la natura abbia voluto sbizzarrirsi facendo del suo peggio per plasmare un simile mostro. Ma, a compensazione di tanti limiti, Esopo è dotato di una sorprendente sagacia dialettica, pronta a manifestarsi con motti salaci, battute di spirito e, naturalmente, favole 'esopiche'. L'ex schiavo, gettata la vanga alle ortiche, percorre rapidamente la sua scalata sociale: da servo di filosofo a filosofo, a consigliere di sovrani, a salvatore della patria. Al culmine dell'erta, però, si spalanca davanti a lui il baratro, nel quale gli abitanti di Delfi lo precipitano senza pietà.Il "Romanzo di Esopo" costituisce il punto di aggregazione di una tradizione letteraria aperta, all'interno della quale, verso il I-II secolo d.C., confluirono quei tratti leggendari che già a partire dal V secolo a.C. erano fioriti attorno alla singolare figura di questo sapiente-pitocco. Noto ad alcuni filoni della tradizione letteraria europea ma mai trasferito nella nostra lingua, il "Romanzo" viene qui tradotto per la prima volta integralmente in italiano da Guido Bonelli e Giorgio Sandrolini e presentato nell'edizione critica appositamente approntata da Franco Ferrari.Edizione con testo a frotne.
Momentaneamente non ordinabile