I cigni selvatici a Coole

I cigni selvatici a Coole

"Quando in Inghilterra qualcuno domanda qual è il maggiore poeta di lingua inglese dopo Shakespeare, ottiene quasi sempre la stessa risposta: William B. Yeats. E' una risposta che meraviglia il lettore non solo italiano ma europeo, che di Yeats ha ancora una conoscenza molto pallida. Se leggiamo Yeats, siamo assaliti da due opposte impressioni. Da un lato, comprendiamo che tutta la sapienza intellettuale, simbolica e mitica dell'umanità, dall'India ai neoplatonici, da Virgilio a Blake, si è raccolta in questi versi. Ogni parola è un'allusione, ogni verso è un enigma, ogni poesia un trionfo e un cimitero di segni. Ma, d'altro lato, chi è più naturale di lui? In quale poeta di questo secolo la poesia sgorga e prorompe con tanta prodigiosa potenza fantastica, come un dono degli occhi, delle mani e del corpo? Quale poesia d'amore del nostro tempo possiamo avvicinare ai suoi disperati e splendenti versi amorosi? Chi sa conquistare come lui anche l'ingenuo e l'incolto? I versi di Yeats restano nella memoria e ci seducono anche se non ne afferriamo tutte le sfumature, come Shakespeare ci seduce per sempre anche se ignoriamo tutti i valori del suo stregonesco calderone verbale. Dopo ""La Torre"", BUR presenta un altro testo poetico completo di Yeats: ""I cigni selvatici a Coole"", pubblicato per la prima volta nel 1917. Ariodante Marianni l'ha tradotto con la consueta precisione ed eleganza; mentre l'ampio commento di Anthony L. Johnson ci permette di avvicinarci a tutti i segreti di questo densissimo mondo simbolico."
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