La poetica
Pochi trattati, nel campo dell'estetica, vantano l'autorevolezza e il prestigio della "Poetica" di Aristotele, un libro che da circa ventitrè secoli si propone come termine di riferimento pressoché obbligato in ogni discorso sulla poesia.La "Poetica" è stata il manuale indiscusso del classicismo letterario, il bersaglio privilegiato della polemica romantica, l'idolo riscoperto dello strutturalismo moderno. Ma, come tutte le opere radicate profondamente nella tradizione culturale, essa è più spesso conosciuta nella codificazione manualistica di formule e assiomi (la mimesi, il verosimile, la catarsi, le unità) che nel movimento inquieto della sua analisi teorica, ricca di scarti, di sfumature, di approfondimenti.Con Aristotele, la poesia si distacca da ogni referente religioso: non è più la seduzione ingannevole, il piacere fuorviante temuto da Platone, ma una pratica di conoscenza fondata su tecniche precise, che si possono apprendere e insegnare, utile impegno per élites raffinate.Quali furono dunque le ragioni e il ruolo di Aristotele nell'imporre il mutamento di prospettiva? Come, perché, per chi fu scritta la "Poetica"?Nel presentare l'opera in un saggio introduttivo, Diego Lanza traccia il percorso di un'indagine rigorosa, che stimola a riproblematizzare princìpi assunti spesso a valore assoluto, individuandone le radici storiche e le motivazioni ideologiche, per guidarci infine a riconoscere criticamente la genesi prima di molte nostre opinioni estetiche.Edizione con testo a fronte.