Lettere
Questa raccolta di lettere del grande scrittore milanese, di cui ricorre nel 1985 il secondo centenario della nascita, vuole essere una sua biografia, anzi una sua autobiografia. E' ben noto il riserbo che Manzoni mantenne nei confronti degli eventi della sua vita piccoli o grandi che fossero, lieti o, come più spesso accadde, drammatici. E tuttavia dalle tante e tante pagine delle sue lettere - che qui si presentano in una vasta antologia ampiamente commentata e cronologicamente disposta - esce un ritratto d'uomo estremamente significativo, per quanto in controluce. Dalla giovanile irruenza volterriana all'episodio più noto della sua esistenza, la famosa conversione del 1810; dall'intenso epistolario di lavoro con l'amico Fauriel alla morte della prima moglie, la delicatissima Enrichetta Blondel; dalla gestazione e composizione del grande romanzo alla storia della sue vicende editoriali che, forse per la prima volta in Italia, fecero affiorare il complesso problema dei rapporti, oggi tanto vivi, tra autore e pubblico, le lettere manzoniane offrono il quadro suggestivo di una storia privatissima che s'apre però sul mondo, lo osserva con occhio ironico, e che molto spesso lo giudica, a seconda dei casi, con indulgenza o con inflessibile rigore. Un rigore, in ogni caso, che lo stesso Manzoni impose a se stesso sia quando dovette assistere alle tragiche vicende in cui vennero coinvolti alcuni dei suoi figli, sia quando fu costretto a sopportare la drammatica catena di lutti che lo colpirono incessantemente nella seconda parte della sua lunghissima vita. Ma è proprio questo rigore, che è anche uno dei segni più alti della sua cristiana pietà, ciò che fa delle lettere manzoniane, e del ritratto umano che ne deriva, le pagine altissime di una sorta di silenziosa confessione e di interiore biografia.
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