Russia. 1917-1921 Rivoluzione e guerra civile
Nel 1917, dopo il crollo dell’impero zarista di Nicola II e la presa del potere da parte dei bolscevichi guidati da Lenin e Trockij, la Russia piomba nel caos. Il governo provvisorio si rivela incapace di tenere le redini del Paese, il quale, per i successivi quattro anni, è insanguinato da una devastante guerra civile che causerà milioni di morti. A contrapporsi sono le forze dei Rossi e vari gruppi di Bianchi controrivoluzionari, un’incompatibile alleanza fra socialisti moderati e monarchici reazionari nostalgici dell’antico regime zarista. La violenza che si scatena è senza limiti, con torture atroci ed esecuzioni sommarie messe in atto da entrambe le parti, e imperversa su un territorio estremamente vasto. Lo scontro assume i contorni di un conflitto mondiale «condensato» con l’adesione di Winston Churchill alla causa antibolscevica e l’arrivo di truppe straniere provenienti da Stati Uniti, Francia, Italia, Giappone, Polonia e Cecoslovacchia. Anche per questo, la guerra civile russa del 1917-1921 per molti rappresenta l’evento più influente dell’era moderna, i cui echi nefasti si percepiscono ancora oggi. Avvalendosi degli studi più aggiornati e di ricerche approfondite, Antony Beevor, autore dell’acclamato bestseller Stalingrado, ricostruisce quegli anni cruciali intrecciando una narrazione magistrale, che sa restituire la tragedia tanto nella sua dimensione militare quanto nel suo impatto quotidiano sulle vite delle persone, che si tratti di un operaio al lavoro per le strade di Pietrogrado, di un ufficiale di cavalleria sul campo di battaglia o di una dottoressa in un ospedale improvvisato. Grazie a un’incredibile varietà di fonti autorevoli e testimonianze, Beevor riesce a trasmettere l’orrore di quel feroce conflitto attraverso gli occhi di chi la storia la fa e di chi la subisce.