Simulmatics. Ascesa e caduta dell'azienda che inventò il futuro

Simulmatics. Ascesa e caduta dell'azienda che inventò il futuro

Nata nel 1959, in piena Guerra Fredda, la Simulmatics Corporation era una piccola società con un nome misterioso e un obiettivo futuristico: sfruttare la capacità di calcolo dei computer per predire il comportamento umano. Fondata da alcuni brillanti specialisti di scienze sociali, l’azienda sviluppò la propria people machine, un «calcolatore di persone» che simulava possibili azioni e ne valutava le conseguenze in condizioni diverse. Come ci ricorda l’autrice, i suoi tecnici «agivano in base al presupposto che, se avessero raccolto sufficienti dati su un buon numero di persone e li avessero inseriti in un calcolatore, un giorno ogni cosa sarebbe stata prevedibile; ogni persona, ogni mente umana avrebbe potuto essere simulata, ogni azione prevista in modo automatico e persino guidata e influenzata per mezzo di messaggi mirati, infallibili come missili». Con uno strumento del genere sarebbe stato possibile tanto vendere lavastoviglie e collutori quanto reprimere un’insurrezione, vincere le elezioni o addirittura la guerra in Vietnam.La parabola della Simulmatics fu vertiginosa: dall’annoverare tra i propri clienti gli spin doctor di John Fitzgerald Kennedy, il Dipartimento della Difesa, il «New York Times» e i principali imprenditori statunitensi, allo scomparire del tutto in una manciata di anni. Chiuse i battenti – tra matrimoni falliti, una morte sospetta, accuse di falso in bilancio e persino di crimini di guerra – nel 1970, e la sua storia finì nel dimenticatoio. Almeno finché Jill Lepore non si è imbattuta nei documenti custoditi dall’archivio del Mit.
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