Come un seme sepolto dal tempo
Tra Ding Zitao e il suo passato corre un fiume della provincia cinese del Sichuan orientale. Dalle sue acque turbolente l'avevano ripescata, esanime, nella primavera del 1952, mentre la Riforma agraria voluta da Mao Zedong seminava violenza. A quel tempo lei era una giovane donna ferita in fuga, e inconsapevolmente lo è ancora, ormai anziana e segnata dalla scelta compiuta decenni prima di seppellire nel silenzio le vicende dolorose a cui aveva assistito. Certi giorni, i segreti che porta con sé tentano di riaffiorare e uno scintillio pizzica i suoi occhi opachi e persi nel vuoto. Ora le pagine di un vecchio diario incoraggiano suo figlio Qinglin a sollevare il velo su quel pezzo di vita; ad affrontare la storia dimenticata di sua madre, in cui si riflette un dramma collettivo. Al momento della pubblicazione in Cina, nell'agosto 2016, "Come un seme sepolto dal tempo" ricevette un'ottima accoglienza; nel giro di qualche mese sparì dagli scaffali delle librerie vittima della censura. È un documento letterario audace, che con straniante delicatezza di toni apre a una riflessione dura, più che mai attuale, sulla contrapposizione tra la tentazione di dimenticare da una parte e dall'altra la necessità, o il dovere, di farsi testimoni; dando sostanza, duratura, alla memoria, altrimenti evanescente come uno spettro spaventoso.