Racconti di Pietroburgo
Cinque racconti, emblema di un realismo crudo e di un coraggioso umanitarismo. Cinque storie che rivelano, dietro il chiacchericcio dei personaggi, perfettamente mimato dalla realtà, dietro l'apparente concretezza dei particolai, che Gogol' è anche e prima di tutto creatore di lividi, ossessivi fantasmi, manichini surreali che annaspano nel vuoto. Quello stesso vuoto che alla fine avrebbe travolto l'autore stesso, spingendolo a bruciare il manoscritto della seconda parte del romanzo "Anima morte".Le novelle raccolte sotto il titolo "Racconti di Pietroburgo" appartengono a momenti diversi della vita dell'autore e furono pubblicate a distanza di anni:"La Prospettiva Nevskij", "Il diario di un pazzo", la prima stesura de "Il ritratto" nella raccolta di "Arabeschi" (1835), "Il naso" nella rivista "Il Contemporaneo" (1836), "Il cappotto" e la seconda redazione de "Il ritratto" sulla stessa rivista nel 1842. In esse Gogol' si conferma "poeta della vita reale", come lo definì il critico russo Belinskij, ma anche maestro nel portare alla luce i conflitti e le ossessioni che si nascondono dietro l'apparente e pacata normalità della vita di tutti i giorni.
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