Oltre il muro c'è un placido fiume
Per tutte noi che vogliamo imparare a lasciar correre. «Sono sempre stressata, sotto pressione, non mi do mai tregua, non mi rilasso mai. Sento sempre una voce critica e feroce dentro di me che pretende sempre più e mi sminuisce sistematicamente, qualunque cosa io faccia. Ho un lato oscuro che faccio di tutto per tenere nascosto. Posso ingannare gli altri, ma di certo non me stessa». Béa aggrotta la fronte e le porge una tazza fumante. «Cosa intendi dire?» «Fingo di star bene» risponde Estelle, prendendo la tazza. «Cerco di far credere agli altri di essere felice, ma non ci credo nemmeno io. Prendo tutti in giro» In ufficio o in palestra, a tavola o al matrimonio della sua migliore amica, Estelle controlla ogni cosa. Conta i chilometri e le calorie, non tollera alcun errore con la figlia, nei rapporti con i clienti o nel comportamento di ogni nuovo compagno, che scarica al primo passo falso. Sola con i suoi rimorsi, si consuma rimuginando sui fallimenti e sulla sua insoddisfazione. Fino al giorno in cui Béa, la sua vicina di casa, una splendida sessantenne, bussa alla sua porta. Con la sua allegria e la sua sensibilità, la sua schiettezza e la sua capacità di ascoltare, questa fata madrina le sconvolgerà la vita e l’aiuterà, finalmente, a lasciar correre...
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