Bestiario teatrale
Emma Dante è artista polivalente (drammaturga e attrice, regista di teatro, di cinema e di opere liriche), una donna di scena divenuta, ormai, anche donna di libro. Nel panorama italiano costituisce un caso, una anomala figura di “matriarca” nel grembo fecondo di una nuova drammaturgia. Dalla fondazione a Palermo della compagnia Sud Costa Occidentale (1999), la Dante passa lo Stretto con mPalermu (premio Scenario 2001), ma continua a trarre succhi dalla terra d’origine per alimentare un teatro collettivo e autoriale, capace di suscitare entusiasmi ma anche polemiche e attacchi, specialmente nel suo Paese. Sono diversi i filoni che si riconoscono nell’intreccio del suo Bestiario teatrale: da quello propriamente familiare, che affonda le radici nella sicilianità (dalla Trilogia della famiglia siciliana a Le sorelle Macaluso), a quello più fiabesco, che investe il motivo angoscioso del travestitismo (Le pulle), anticipato dall’inedito Mishelle di Sant’Oliva, e proseguito in Operetta burlesca; c’è infine il filone classico che, nella riattivazione delle antiche radici grecosicule, conduce la contemporanea teatrante Verso Medea. I temi ricorrenti si fondano su un ciclico rapporto fra la vita, la morte, il sesso e le generazioni, sulla demistificazione del potere e sulla valorizzazione del diverso. I testi qui raccolti, impreziositi dalla Postfazione di Anna Barsotti e dalle analisi di Giorgio Vasta ed Elena Stancanelli, rappresentano per l’autrice il suo “intero percorso teatrale”.