Lettere ai familiari. Carteggio con Traiano. Panegirico a Traiano
Raccomandazioni, inviti a cena, processi famosi raccontati da un avvocato famoso, intellettuali vanitosi che si scambiano raffinate adulazioni, tenerezze coniugali, pezzi di reportage giornalistico di alto livello: nelle lettere di Plinio il Giovane, nella sua scrittura elegante, si delinea con garbata vivacità tutto un mondo, la Roma di Traiano, l'impero nel momento della sua massima grandezza, la vita quotidiana della capitale all'inizio del II secolo d.C. E, nell'ultimo libro, la corrispondenza con l'imperatore, i problemi di una provincia orientale, le beghe e le rivalità delle amministrazioni locali, l'imbarazzo di Plinio, proconsole e legato imperiale in Bitinia, di fronte alla realtà emergente delle prime comunità cristiane (la famosa lettera X, 96).Il "Panegyricus", divenuto più tardi il modello di un genere letterario nuovo per la cultura romana, deve all'occasione (è un ringraziamento per la nomina di Plinio a console nel settembre del 100 d.C.) un inevitabile aumento del tasso di retorica, peraltro quasi sempre sufficientemente controllata, in un discorso che si propone cautamente come un manifesto della politica senatoriale nei confronti del principe ed è per noi una inasauribile miniera di notizie e informazioni.
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