Storie. Testo greco a fronte. 2.Libri III-IV
'Quale tra gli uomini, infatti, è così sciocco o indolente da non voler conoscere come e grazie a quale genere di regime politico quasi tutto il mondo abitato sia stato assoggettato e sia caduto in nemmeno cinquantatré anni interi sotto il dominio unico dei Romani?'. Nel progetto iniziale, le Storie dovevano coprire le vicende degli anni dal 220 al 168 a.C., quando la vittoria sui Macedoni a Pidna segnò l'inizio dei dominio incontrastato di Roma sul mondo mediterraneo e Polibio, accusato di aver segretamente parteggiato per Perseo, fu condotto in Italia, con altri politici della Lega achea. In seguito, la narrazione fu estesa sino al 146, l'anno della distruzione di Cartagine e di Corinto, includendo così eventi di cui l'autore era stato testimone privilegiato, e talora anche attore. La nuova traduzione dell'opera qui presentata coniuga con le esigenze di leggibilità un rigore filologico che non elude le numerose difficoltà dei testo polibiano. Il commento, ricco e criticamente aggiornato, rileva la complessità della posizione di Polibio, diviso fra l'ammirazione per le istituzioni politiche e militari e le virtù morali della potenza egemone e le riserve nei confronti dell'egemonia romana, fra la convinzione dell'impraticabilità di una ribellione a Roma e la tenace fedeltà alle esperienze politiche e culturali ellenistiche. L?opera è preceduta dall'introduzione di Domenico Musti, tra i più autorevoli studiosi moderni dell'opera polibiana, che fa luce sui diversi aspetti della complessa personalità dello storico. I primi due libri comprendono una sorta di introduzione alle Storie. Vi si narra, dopo il proemio, la prima guerra punica con i suoi diretti precedenti e le sue immediate conseguenze (la rivolta dei mercenari e delle popolazioni libiche contro Cartagine); la prima guerra illirica; i conflitti di Roma con Galli ed Etruschi e infine la storia della Lega achea sino alla battaglia di Sellasia (222 a.C.).