L'Italia di Berlusconi
"Le elezioni del 1994 dovevano essere l'inizio trionfale della Seconda Repubblica. Scacciati gli spettri di Tangentopoli, approdati come le grandi democrazie a un (timido) maggioritario, gli italiani avrebbero finalmente avuto l'opportunità di scegliere tra due schieramenti e due programmi ben distinti. Abbiamo detto ""avrebbero"" perché poi, in realtà, dalla Repubblica del CAF (Craxi - Andreotti - Forlani) si precipitò in una confusione e in una rissosità a dir poco balcanica. La discesa in campo di Berlusconi, lo sdoganamento del partito di Fini, l'alleanza con la Lega di Bossi. Dall'altra parte la ""gioiosa macchina da guerra"" di Achille Occhetto. Dopo la vittoria di Berlusconi cominciano le risse intestine, con la parte avversa, con la magistratura e le alte istituzioni dello Stato. Le gocce che fecero traboccare il vaso furono l'avviso di garanzia consegnato a Berlusconi a Napoli mentre presiedeva il vertice del G8 e il ritiro dell'appoggio al governo da parte della Lega. Ormai si era al tutti contro tutti: il presidente Scalfaro affidò la guida di un nuovo ministero a Dini - eletto nelle liste del Polo -, ma si gridò contro un presunto abuso presidenziale, e la politica scese a un livello in cui ognuno dava il peggio di se stesso. Questo fu il clima in cui si visse tra 1994 e 1997, anni che, purtroppo, hanno seminato nel nostro Paese rancori e veleni che sarà difficile eliminare e che ancora oggi esercitano il loro malefico potere."
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