Arlecchino servitore di due padroni
"Il servitore di due padroni presenta l'affascinante mondo della commedia dell'arte completamente spogliato dei suoi significati originari e popolari: privato di tutto quello che Goldoni definiva volgarità, indecenza, inverosimiglianza della commedia all'improvviso, e che certo era volgarità, indecenza e inverosimiglianza nel momento della sua tarda decadenza, ma che originariamente e in essenza rappresentava l'atteggiamento popolare: con tutta la sua dirompente carica satirica, iconoclasta, potenzialmente eversiva. E, insomma, il mondo delle maschere del teatro dei burattini, quali ci sono state fatte immaginare fin dall'infanzia: un Arlecchino birichino e grazioso, un Dottore tronfio e buffo, un Pantalone burbero ma di buon cuore, due innamorati delicati come un disegno di Peynet, due innamorati un po' più robusti e maturi... E' dall'""Arlecchino"" prende le mosse l'intero discorso strehleriano sul Goldoni, anche perché esso ha divulgato nel mondo - grazie alla straordinaria fortuna dello spettacolo - un'immagine autentica e storicamente fondata della commedia dell'arte, strappandola agli errati luoghi comuni che la edulcoravano e la mistificavano. (Luuigi Lunari)"