Rime
"Classico della cultura italiana": nessun autore può vantare diritti a questo titolo quanto il Petrarca. A lui si deve non solo la codificazione vera e propria della nostra lingua poetica - che dal Trecento all'Ottocento non riconobbe altro più autorevole modello - ma anche un repertorio di temi e di metafora così profondamente confluiti nell'onda della tradizione letteraria italiana da affiorare perfino in autori (come Manzoni) insopsettabili di petrarchismo.Eppure questo classico dei classici, questo poeta così largamente imitato, è uno dei più esclusivi, dei più "solitariamente personali" che ci sia dato di conoscere. Il suo canzoniere, steso nel corso di molti anni, e rielaborato fino all'estremo della vita, appare documento di una vicenda intima, segreta: "una passione sensuale repressa ma vissuta non senza dolcezza", nell'alternarsi di esaltazioni e angosce, di affanni e pentimenti, di inquietudini e malinconie. tale vicenda - che è soggettiva e insieme universalmente umana - fluisce dagli spazi della memoria in una trama lucidissima di allusioni e di simboli che la distanziano dalla realtà - dal groviglio rovente della storia - e ne fanno l'emblema di ciò che è altro dalla vita: la dimensione suggestiva e misteriosa della poesia. In questo messaggio, in questo codice limpido e arcano, di insuperabile armonia, è la ragione della presenza di Petrarca, della sua modernità senza tramonto.