L'Italia dei secoli bui
Pochi eventi segnarono la storia del mondo, e dell'Italia in particolare, come la caduta dell'impero romano d'Occidente nel 410 d.C., preceduto - infausto presagio per la storia a venire - da lotte intestine perpetrate con l'inganno e il tradimento nella corte romana imperiale di Ravenna. Cominciava per l'Italia un lungo periodo oscuro fatto di violenza, di miseria, di devastazioni, di paura. Le città venivano abbandonate, eserciti stranieri percorrevano il Paese depredandolo e devastandolo, la legge era una semplice finzione imposta con la spada dal vincitore del momento. I nomi di Attila e di Genserico correvano sulle labbra degli abitanti della Penisola seminando il terrore. E poi la lunga guerra tra Bizantini e Goti, i Longobardi, l'invasione dei Franchi, lo sbarco degli Arabi in Sicilia... Pure in questi 'secoli bui' andarono formandosi e maturando tutti quegli elementi che dovevano contribuire a formare il carattere degli italiani: un ostinato individualismo prossimo all'anarchia, una prontezza straordinaria nello schierarsi dalla parte del vincitore (o presunto tale), l'affermarsi della Chiesa non solo come entità spirituale, ma anche e soprattutto come rilevante potenza politica. In questo libro Montanelli e Gervaso ricostruiscono questi anni oscuri (che vanno dall'inizio del Medioevo al fatidico anno Mille) e nel quale operano personaggi del calibro di Stilicone, Teodorico, Belisario, Gregorio Magno, san Benedetto, Carlo Magno... Un libro divenuto ormai un classico e che ha insegnato agli italiani un nuovo modo di leggere la loro storia, dimostrando che è possibile trattare argomenti seri con 'sense of humour' e ironia senza per questo rinunciare alla correttezza scientifica nell'esposizione della materia.
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