I miei ultimi 10 minuti e 38 secondi in questo strano mondo

I miei ultimi 10 minuti e 38 secondi in questo strano mondo: Elif Shafak ritorna con un romanzo duro e luminoso, dettato da una necessità ineludibile, un romanzo che ospita la realtà tutta. Ed erige davanti ai nostri occhi una città lacerata e nervosa, affamata di libertà, una città femmina che salva e condanna | La chiamavano Leila Tequila a casa e al lavoro, nell’edificio color palissandro sulla viuzza cieca che acciottolava giù verso il porto, annidata fra una chiesa e una sinagoga, negozi di lampadari e kebabberie: il vicolo che ospitava i più antichi bordelli autorizzati di Istanbul.Dieci minuti e trentotto secondi dopo che il cuore di Leila smette di battere la sua mente è in piena coscienza e quello che accade è sorprendente: scene cruciali della sua esistenza rivivono attraverso il ricordo dei sapori più intensi che abbia mai provato. Lo stufato della capra che suo padre aveva sacrificato per celebrare la tanto attesa nascita di un figlio maschio; la miscela di zucchero e limone che sobbolliva sul fornello, usata dalle donne per la ceretta mentre gli uomini andavano a pregare nella moschea; il caffè scuro e forte al cardamomo, per sempre legato alla via dei bordelli… Leila sta morendo, ma la sua anima lavora, implorando di essere salvata mentre abbandona il corpo. Ma cosa è successo a Leila, la prostituta, trovata cadavere di fronte a un campo di calcio umido e buio, dentro un bidone dell’immondizia con i manici arrugginiti?Elif Shafak returns with a hard and luminous novel, dictated by an inescapable necessity, a novel that houses the whole reality. And erect in front of our eyes a city lacerated and nervous, hungry for freedom, a female city that saves and condemns | They called her Leila Tequila at home and at work, in the Rosewood building on the blind lane that cobbled down to the harbor, nestled between a church and a synagogue, chandeliers and Kebabberie shops: The alley that housed the oldest authorized brothels of Istanbul. Ten minutes and thirty-eight seconds after Leila's heart stops beating her mind is in full conscience and what happens is amazing: crucial scenes of her existence relive through the memory of the most intense flavors I've ever experienced. The goat stew that his father had sacrificed to celebrate the long-awaited birth of a male son; The mixture of sugar and lemon that sobbolliva on the stove, used by women for waxing while men went to pray in the mosque; The coffee dark and strong to cardamom, forever tied to the street of brothels... Leila is dying, but her soul works, imploring her to be rescued as she abandons the body. But what happened to Leila, the prostitute, found a corpse in front of a wet and dark football field, inside a trash bin with rusty handles?