Sonetti. Testo inglese a fronte
Scritti probabilmente tra il 1593 e il 1595, per il conte di Southampton, i "Sonetti " sono un grande libro filosofico, forse l'opera di Shakespeare dove il complicatissimo intreccio delle metafore viene più drammaticamente teso da una straordinaria forza intellettuale. Senza proporselo, Shakespeare riuscì a fondere le due tendenze opposte della cultura dell'Occidente. Da un lato l''amico' che egli canta è un archetipo platonico, incarnato in un essere umano, nel quale si riflettono tutti i tratti della bellezza e dell'amore universali. D'altro lato, esso si trasforma all'infinito; la forma immobile subisce un'incessante metamorfosi ovidiana, una moltiplicazione nella mobilità fluttuante della natura. Così i "Sonetti" sono insieme il poema dell'eterno e dei disastri, della rovina del tempo (ma che trionfali disastri, che sontuosa rovina!). Le accuse, le disillusioni e i tradimenti della realtà fanno da contraltare all'alta celebrazione dell'Ideale, mostrando come nella mente di Shakespeare il neoplatonismo si coniughi con la caratteristica sensibilità dell'epoca postcopernicana, in cui la fuga indefinita della forma e delle immagini, orchestrata dal Tempo nemico, contrassegna le cose nella loro incessante mutevolezza.
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