Diario di Zlata
Zlata Filipovic ha 11 anni quando esplode l'inferno a Sarajevo. Come tante sue coetanee tiene un diario dove registra gli eventi minimi dell'esistenza quotidiana: gli studi, la scuola di musica, gli amici, l'ammirazione per i cantanti, le modelle famose, i divi della Tv. Ma scoppia la guerra e Zlata cambia in fretta, matura. Il suo mondo è in pezzi, ora vi dominano l'odio cieco, la paura, la disperazione. Al diario, come a un'amica immaginaria di nome Mimmy, consegna la cronaca di giornate profondamente mutate: le notti passate in cantina, l'esplodere delle granate, le raffiche dei cecchini, le case in fiamme, gli amici uccisi. Parole che urlano contro l'ingiustizia di un conflitto brutale, che ha distrutto l'infanzia. Eppure, Zlata non si perde d'animo: vive, attende, spera. Scrivendo vuole dar voce "ai tremila bambini morti sotto le bombe, agli invalidi che s'incontrano per le strade privi di un braccio o di una gamba". E la sua toccante testimonianza diventa simbolo delle atroci sofferenze di un popolo, invocazione di pace.
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