La forza della vita
La forza della vita: «Non c'è nessuno come Will Eisner. Non c'è mai stato. E, nei momenti più bui, dubito che ci sarà mai più» (Alan Moore). Ambientato in una New York cupa e pulsante, a cavallo tra la crisi del ’29 e l’eco dell’ascesa di Hitler, La forza della Vita è un magistrale intreccio di pure casualità | Una storia con cui la Mano Nera, l’antisemitismo tedesco, il dissesto economico, una spaventosa ondata di freddo, la solitudine della pazzia e tanti amori disperati si intrecciano come i fili di una ragnatela, creando una sorprendente trappola narrativa. “Qual è la differenza tra noi due?” chiede il povero Jacob Shtarkah a una blatta ribaltata sulla schiena. “A te, che sei solo uno scarafaggio, basta vivere! Per te è sufficiente! Ma io… Io devo chiedermi il perché.” Il monologo di Jacob ricorda quello, assai più celebre, di Amleto. Solo che stavolta non abbiamo un principe di Danimarca e il teschio di un giullare, ma un povero falegname ebreo del Bronx e un insetto pronto a essere calpestato dal primo passante distratto