Vicolo del Carmine
Vicolo del Carmine numero 10, in una città imprecisata del Sud: un appartamento arredato sommariamente ma carico di storie, di sentimenti consumati, crocevia di passioni destinate a non durare. Una donna non più giovanissima, insegnante precaria nell'istituto commerciale di un quartiere operaio, "dove gli alunni sono l'imitazione dei ragazzi che si vedono nelle pubblicità o nei serial che la Tv manda in onda alle sette di sera", l'ha ricevuto in eredità da Vittorio, l'amante appena scomparso. Forse, più che un gesto d'amore in ricordo dei pochi momenti felici trascorsi insieme, è soltanto una condanna. Nella casa, infatti, la donna trova alcune lettere abbandonate là volutamente, proprio perché lei le leggesse. Un'altra donna è già vissuta tra quelle mura e ha consumato la propria esistenza in un'inutile attesa. Era "una di quelle che aspettano, aspettano e quando finiscono di aspettare è finita anche la vita", e ha scritto a Vittorio parole struggenti, che lui ha letto solo quando era ormai troppo tardi. Troppo tardi per fermarsi a riflettere, per tornare indietro, per abbandonare la rassicurante 'eternità' delle convenzioni: quella materia morta che non si consuma mai, come invece accade alla vita, ai grandi sentimenti e alle vere passioni. Un libro intenso, che illumina con una scrittura sempre altamente evocativa il rapporto diseguale e speculare tra un uomo e due donne e che esplora con delicatezza e profondità la fine lenta e dolorosa di un desiderio.
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