Il mio processo tra calcio, tv e politica
"Colpevole o innocente? Secondo l'accusa Biscardi ha trasformato il dibattito calcistico in rissa da bar, i giornalisti sportivi in macchiette, arbitri e calciatori in pupazzi da tiro al bersaglio, ridotto lo sport a un tragicomico cabaret dove violenza, corruzione, business vengono trattati come in una commedia teatrale. Secondo la difesa è l'inventore del calcio parlato, ha dato dignità a un dibattito altrimenti relegato ai bar; ha saputo aprirsi al basso e all'alto, all'intellettuale e all'uomo della 'curva', non è stato mai sfiorato dal sospetto di un inciucio, una 'combine', una partigianeria. Da un quarto di secolo a oggi Aldo Biscardi turba i sonni degli italiani. Popolo di Commissari Tecnici, pensiamo che quello che fa lui lo sapremmo fare pure noi: e tuttavia ogni lunedì ci troviamo davanti al televisore a seguire il suo "Processo", unico caso di trasmissione televisiva che funzioni indipendentemente dalla rete, pubblica o privata, ammiraglia o no, che lo trasmette. In un'Italia dove il calcio giocato invade ormai ogni ora della programmazione televisiva, Biscardi è l'unico che faccia un programma di calcio senza il calcio. Togliete alle altre trasmissioni i gol, le dirette, i risultati e resterà ben poco. Lui invece parte dal niente, dal già visto, dal già letto, dal già dibattuto, e ci costruisce una trasmissione di tre ore. Icona calcistica, non ha fatto sempre e solo questo. Ho intervistato papi e capi di Stato, realizzato inchieste di cronaca e di attualità per la carta stampata, scritto libri, diretto televisioni. Non solo il calcio dunque. C'è un altro Biscardi dietro a quello oggi famoso e riconosciuto, e appare per la prima volta in questo libro." (Luciana Baldrighi)
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