Storia dell'inquisizione spagnola. Fatti e misfatti della «Suprema» dal XV al XIX secolo
Ormai considerato imprescindibile punto di riferimento per lo studio della storia dell'Inquisizione spagnola, questo saggio utilizza il metodo della ricerca storica quantitativa, che ha per oggetto la raccolta, la misurazione e l'analisi di un vasto materiale documentario. Bennassar e i suoi collaboratori hanno potuto stabilire, per esempio, la curva delle attività inquisitoriali, rilevando brusche cadute e altrettanto brusche impennate in correlazione con lo sviluppo degli eventi politici. Una scoperta sensazionale a cui sono giunti gli autori è che la maggioranza degli inquisiti non erano 'marranos' e 'moriscos' (cioè ebrei e musulmani convertiti), o zingari, eretici, streghe e stregoni, ma 'vecchi cristiani'; da qui la tesi che l'Inquisizione, tranne forse nel primissimo periodo, non fu solo un'istituzione avente come obiettivo la difesa della religione e della Chiesa, ma un 'instrumentum regni' in mano alla monarchia spagnola, un sistema di controllo sociale accuratamente costruito ed efficiente. Bennassar sfata alcuni luoghi comuni e cioè gli eccessi delle sentenze e l'iniquità delle procedure, nonché la mancanza nei giudici di qualsiasi obiettività. Questo libro offrì al grande pubblico dei lettori e degli studiosi una visione del tutto nuova dell'Inquisizione, del suo sviluppo storico e del suo tramonto.