Sognando la luna
Sognando la luna: È il 1989 quando Michael Chabon, pochi mesi dopo aver pubblicato il suo primo romanzo, I misteri di Pittsburgh, raggiunge la casa della madre, a Oakland, per far visita al nonno gravemente malato. Reso loquace dai potenti antidolorifici, la memoria più nitida, affilata e urgente per l'imminenza della morte, in una settimana l'uomo dispiega davanti al giovane scrittore una storia rimasta sepolta, quasi dimenticata per una vita intera, un fiume alimentato da una molteplicità di affluenti, di voci spesso drammatiche, a volte beffarde, travolgenti per il nipote come per il lettore di oggi. È questa la mappa su cui si compone Sognando la luna, la confessione finale di un uomo a cui il narratore si riferisce sempre e solo come «mio nonno». È un racconto che parla di follia, di guerra e di avventura; che affronta il sesso, il matrimonio, il desiderio; che partendo dal modellismo aerospaziale osserva e descrive l'America di metà Novecento, le aspirazioni tecnologiche e i progressi di una nazione. Eppure, sopra ogni altra cosa, è il ritratto dell'amore passionale e impossibile tra il nonno dell'autore e sua moglie, un'enigmatica donna francese arrivata negli Stati Uniti, profondamente segnata, dopo la guerra. Insieme, a muovere queste pagine è l'impatto distruttivo - eppure così potenzialmente creativo - dei segreti e delle menzogne. "Sognando la luna" è un romanzo in forma di memoir, al tempo stesso una sorta di autobiografia immaginata, capace di descrivere un'epoca nel racconto di una sola vita, contraendo un'esistenza intera in un incontro di appena una settimana. Una bugia che
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