Carmen-Mosaico
"A Mérimée non interessano né le sottili analisi psicologiche, né gli affreschi grandiosi. Il suo sguardo si appunta su singoli casi e su momenti isolati, guadagnando in intensità ciò che perde in ampiezza. Carmen è in questo senso esemplare. Il personaggio della zingara ammaliatrice domina incontrastato per tutto il racconto, legando a sé la sorte degli uomini che la incontrano e percorrendo sino al fondo, senza esitazioni, il proprio tragico destino." (Giorgio Mirandola). Pubblicata per la prima volta nel 1845 e diventata celebre grazie all'omonima opera di Bizet, "Carmen" è la storia del tragico amore di un nobile basco e di una zingara. Lo spazio del racconto è occupato quasi totalmente da un narratore-archeologo - lo stesso Mérimée - che durante un viaggio in una Spagna esotica e fantastica incontra don José, galantuomo decaduto, divenuto brigante e assassino per amore. Ricca di pathos e ambiguità, la vicenda di Carmen, narrata con uno stile rigoroso e pieno di grazia, nell'inquadrare Mérimée come grande erede della stagione letteraria illuminista, definisce anche la nascita, nei modi di un bozzettismo cristallino ormai venato da segrete inquietudini, della grande stagione del realismo romantico e del romanzo di formazione ottocentesco.
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