I giorni della cagna. La presa di Roma
Da vent'anni Roma non ha padroni, è popolata da cani sciolti, pronti a sbranarsi l'uno con l'altro. Basta poco per spostare gli equilibri, ma anche per farsi ammazzare. Max Sanna lo sa bene, perché è cresciuto sulla strada e ha imparato ad ascoltarne il respiro, la rabbia, la fame. Gestisce un piccolo giro di spaccio a Fregene, e intanto aspetta l'occasione giusta per fare il salto. Poi un giorno arriva una chiamata: è del suo amico Claudio, ha bisogno d'aiuto, è su un'isola al largo del Venezuela dove ha fatto naufragio con la sua barca a vela, e la polizia locale, dopo avergliele suonate, gli ha portato via i dieci chili di coca che trasportava. Max gli dà una mano ma all'istante fa due conti: perché soltanto dieci chili, se nella stiva ce ne possono stare trecento? Eccola la grande occasione, il colpo che può fare la differenza, inondando le strade romane di neve. E di sangue. Con una scrittura implacabile Daniele Autieri racconta cosa è successo in questi anni, sotto i nostri occhi, mentre ci preoccupavamo d'altro. Racconta il momento esatto in cui piccole e grandi organizzazioni criminali si sono sedute allo stesso tavolo, si sono guardate dritto in faccia e hanno stretto il più terribile dei patti. Perché hanno capito che per prendersi tutto, non la capitale ma la nazione intera, c'era un solo modo: i cani sciolti dovevano unirsi in un unico branco e diventare la Bestia più feroce che l'Italia abbia mai conosciuto.