La giustizia non è un sogno. Perché ho creduto e credo nella dignità di tutti
Nella sua carriera Raffaele Guariniello, uno dei magistrati più importanti del nostro Paese, non si è occupato di mafia o terrorismo. Si è occupato di ciascuno di noi. Della nostra dignità. Era in gioco la dignità dei lavoratori nei primi anni Settanta. Erano in gioco la dignità e spesso anche la vita in tutte le fabbriche su cui Guariniello indagò risalendo alle cause di innumerevoli, troppi decessi per mesotelioma. Erano in gioco i valori dello sport e la salute degli atleti - non solo dei professionisti ma anche dei semplici amatori - quando Guariniello si occupò di sostanze dopanti. Erano in gioco la vita e il diritto a un lavoro sicuro la notte stessa in cui Guariniello si precipitò sul rogo della Thyssen, dando inizio a un'inchiesta senza precedenti che ha segnato un cambiamento fondamentale nel modo di considerare le morti sul lavoro. Concludendo la sua straordinaria carriera, Guariniello scrive un'autobiografia "professionale" che a ogni pagina risuona di passione. Leggerla è ripercorrere tappe fondamentali nella storia d'Italia, rivivendo momenti dolorosi ma anche rincuorandosi perché, grazie al lavoro della magistratura, siamo diventati passo dopo passo un Paese molto più civile.
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