Se la fortuna è nostra
Nonno Aurelio, nei lunghi pomeriggi passati a Colle di Pietra, nell'Agro pontino, raccontava sempre al nipote le vicende dei suoi avi e lo invitava a trarne ispirazione per un libro: questo romanzo, con Arcangelo, il patriarca, fede in Dio e disprezzo per i preti; Armando, il bisnonno di cui si raccontano la vita e gli amori; nonno Aurelio e infine il padre dello scrittore, morto ventottenne quando il figlio aveva solo due anni. E processioni, statue di santi, odori di cera e incenso, e zii, prozii, cugini, che partecipano tutti alla gestazione del romanzo, mentre lo scrittore deve confrontarsi con una terribile malattia. Ed è proprio la malattia a ritmare il racconto, fino alla raggiunta consapevolezza che l'unica via per guarire sarà - attraverso la scrittura - l'elaborazione del lutto per la scomparsa della madre.
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